Può un padre togliere l'assegno di mantenimento al figlio a causa dell'ennesimo insuccesso scolastico? La procura di Busto Arsizio ha rigettato la denuncia fatta nei confronti di un genitore. La sua colpa: aver chiuso i cordoni della borsa per spingere il figlio a studiare.
Studia oppure non ti farò uscire per un mese. Questa volta la bocciatura è costata decisamente più di un periodo di "reclusione" in casa o del mancato acquisto di un motorino. Roberto, 19 anni, studia in un istituto tecnico di Gallarate. Di fronte alla seconda bocciatura il padre, separato dalla madre, non ci ha più visto e ha deciso di sospendere l'assegno di mantenimento di 1000 euro al mese. Proprio per questo il ragazzo ha deciso di denunciare penalmente il padre.
TROVATI UN LAVORO
La procura di Busto Arsizio, però, non ha ravvisato motivi per dar seguito alla denuncia. Nella decisione dell'uomo il pm Luca Gaglio ha individuato la volontà di aiutare il figlio a maturare e non quella di sottrarsi agli obblighi imposti per legge. La decisione del padre, imprenditore, sarebbe stata preannunciata al figlio in una lettera inviatagli durante l'anno scolastico, quando la bocciatura iniziava a profilarsi all'orizzonte. Trovati un lavoro, gli avrebbe consigliato il padre. Una decisione in conflitto con altre sentenze del recente passato in cui i giudici avevano stabilito il diritto al mantenimento ben oltre il raggiungimento della maggiore età. Toccherà ora al gip archiviare definitivamente il caso. La questione continuerà però sul piano civile perché agli obblighi decisi dalla sentenza di matrimonio nessuna delle due parti può sottrarsi in modo unilaterale. E chissà che di fronte a un impegno formale del ragazzo il padre non decida di ritornare sui suoi passi.
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